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/ PAOLO MASI – RIFLESSIONI RIFLESSE

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1970 – Zafferana Etnea, Catania

[…] A questo punto l’operazione di Masi, portata avanti in correlazione con quella di tutto il gruppo del centro F/ uno, si spostava in interventi collettivi o abbinati, come quello sulle Cromointerferenze Riflesse (condotto con Lanfranco Baldi durante la manifestazione «interventi sulla città e nel paesaggio» a Zafferana-Etnea nel settembre del ’70). Si trattava di grandi strisce di colore interferenti, a varie angolazioni, sulle rifrazioni ambientali a mezzo di grandi specchi

triangolari ambientati lungo un percorso stabilito.La luce diveniva intanto l’accento più diretto nell’indagine di Masi sul colore. faceva seguito l’operazione di Modena (mostra «arte e critica», novembre ’70), dove Masi portava a livello di spazio ambiente il suo intervento di sollecitazione cinetico-cromatico- luminosa, procedendo alla definizione di linee-vettore luminose, all’interno di una sorta di tunnel completamente nero.
L’operazione che Masi propone oggi rappresenta dunque un altro punto del suo processo di ricerca, un processo sempre in fieri, che riesce a mettere dei punti fermi per poi, subito, scavalcarli e approfondirne le possibili dilatazioni (che è, d’altronde, il carattere della ricerca).
Egli presenta, dunque, una serie di correlazioni angolari a quantità di colore riflesso (proponendo l’oggetto a livello di modello- simbolo, di modello-segnale, quasi in un recupero, in senso attivo, rigenerato, non come fine a se stesso, del ‘design’ oltre la sua attuale, irreversibile condizione di integrazione consumistica), alcune correlazioni numeriche (progressioni di linee di colore in tensione contro il piano-parete, a creare un ritmo dinamico di lettura ambientale) e una serie di linee-luce ad angoli di rifrazione, in una correlazione spaziale e diversificazione multipla. Un’operazione sempre in fieri, abbiamo detto, che si autostimola di volta in volta, apre nuovi spiragli ad ogni soluzione, dilatandosi, ogni volta, verso ulteriori approfondimenti.

 

 

Interriflessioni, interferenze riflesse fra noi e l’altro che è la storia e la nostra memoria e la nostra appartenenza a un territorio, celebrativo questo dei fasti non più sostenibili nella nostra contemporaneità incredula del potere e del potere che l’uomo si è sempre cercato e ritagliato negli spazi della collettività per l’affermazione di idee altrimenti non espresse. La grande strategia dell’arte nel suo fecondare spazi, con esperienza e gusto riempiti di bellezza, ha sostenuto l’onere della storia, quando il clamore dei “presenti” si è andato a tacere ed è rimasto il linguaggio quale unico valore e unico fatto, e fattualmente fatto. Noi siamo altro e nell’affacciarsi siamo riflessi e interferenti, un’altra storia, un’altra memoria, da sovrammettere quale continuum affermativo esperienza che non ripete, ma inventa.

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